Nonostante una crescita del 2% nel 2024 rispetto all’anno precedente, l’Italia resta lontana dai target europei sulla raccolta dei Raee (tutti quegli oggetti che per funzionare dipendono dalla corrente elettrica, collegati alla rete oppure alimentati da pile e batterie, di cui ci si vuole liberare perché non più funzionanti o obsoleti).
Eppure, rappresentano una fonte cruciale di materie prime, di cui l’Itaila è carente. Il tema quindi non è solo industriale, ma anche geopolitico: recuperare materiali dai Raee significa ridurre la dipendenza dalle importazioni e rafforzare l’economia circolare.
Ma perché la raccolta in Italia procede ancora a rilento?
Il primo problema è culturale: molti cittadini non hanno ancora compreso l’importanza del corretto smaltimento di queste apparecchiature e il ruolo chiave dell’economia circolare per il nostro futuro.
Il secondo ostacolo è operativo: anche chi è consapevole delle buone pratiche spesso fatica ad adottarle per servizi di raccolta carenti o assenti, regolamenti troppo rigidi che bloccano iniziative virtuose, difficoltà ad accedere ai luoghi deputati alla raccolta.
Secondo i dati forniti dal consorzio Erion WEEE, dedicato alla gestione di questeapparecchiature elettriche o elettroniche fuori uso o a fine vita, nel 2024, tra le 237mila tonnellate di Raee gestite dal consorzio, si registra una crescita nei piccoli elettrodomestici (+5%) e nei grandi apparecchi come frigoriferi (+2%) e lavatrici (+4%). In calo invece la raccolta di TV e monitor (-8%), dopo il boom del 2021 legato agli incentivi per la rottamazione.
Per migliorare la situazione in Italia e colmare il divario con gli obiettivi europei, è necessario l’impegno di tutti: maggiore informazione per i cittadini, semplificazione della normativa e potenzamento della rete di raccolta. Geieffe è pronta a fare la sua parte.